La canta d’Africa
Poesia e melodia raccolta da Francesco Balilla Pratella a Lugo di Romagna
dalla viva voce di un cantastorie, che soleva cantarla sulle pubbliche piazze e
nei giorni di mercato accompagnandosi sulla chitarra. Il M.o Pratella la
esprime rielaborata per coro misto popolaresco.
Questa canzone, profondamente suggestiva e commovente, che rivela — malgrado
gli strafalcioni ingenui ed innocenti del testo poetico — la grande anima del
nostro popolo, fu ispirata dal fatto d’armi di Dogali, durante la nostra guerra
d’Africa del 1887 e costituisce il documento rapsodico, poetico e musicale più
importante e significativo di tutto il diciannovesimo secolo italiano.
In seguito, la stessa melodia si prestò a cantare il compianto popolare del
repubblicano romagnolo ANTONIO FRATTI, caduto eroicamente a Domokos per la
libertà della Grecia nel 1897. Da notare e ricordare i seguenti versi:
E’ morto Capra, è morto Mazzini morì Silvestrini e Fratti ancor…
Volano, volano, cade la sera,
è pazzo il vento e commosso il mar;
scendon le rondini alla scogliera
che, solitaria, sui flutti appar.
Domani, o rondini, a squadre,
a squadre rispiegherete di nuovo il vol
e ancor più rapide, fitte e leggiadre
ritornerete al patrio suol.
Propr. ris. Edizioni del Girasole srl
Via Pasolini 45 RAVENNA
E-mail: edizionigirasole@libero.it