LE PUBBLICAZIONI

La maggior parte delle cante che il gruppo prepara si possono trovare nelle seguenti opere:

CANTE ROMAGNOLE

Questo volume vuole riscoprire un mondo, quello del canto popolare, attraverso le opere del M° Martuzzi. Un patrimonio immenso, non solo romagnolo ma dell’Italia intera. Si tratta di canti popolari legati al mondo contadino, ad una cultura che già negli anni Sessanta stava pian piano scomparendo, come testimonia il ricordo di Aldo Spallicci, autore delle poesie (dialettali) musicate per queste Cante. Martuzzi – diceva Spallicci – s’era imposto questo compito: ridonare alla nostra gente la gioia del canto.

CANTERINI ROMAGNOLI
Opera musicale ciclica per concerto di tutte le voci

Una precisazione doverosa: parlando di edizione critica dell’Opera di Cesare Martuzzi, nessuno pensi a particolari fatiche, e ricerche del sottoscritto. Più che altro si è trattato di una revisione dei manoscritti, peraltro chiarissimi; la scrittura musicale di Martuzzi è semplicemente esemplare. Ogni tanto ho dovuto chiarire qualche punto non sempre intellegibile, cambiare qualche nota caduta dalla penna solo come «lapsus» e, quindi, più che altro accertare le intenzioni dell’Autore … cosa del resto non difficile. Chi quindi pensasse anche al minimo cambiamento, metta l’animo in pace. Sarebbe stata un’offesa alla verità e, più ancora alla precisa volontà di Martuzzi, così intransigente e geloso delle sue musiche. Un ringraziamento particolare va dato al M° Paolo Bonaguri allievo di Martuzzi, che ha diligentemente collaborato nella raccolta e nella revisione di tutto il materiale.

PELLEGRINO SANTUCCI

 

CANTI DELLA ROMAGNA - Volume primo
I mesi dell'anno

I mesi dell’anno che individuano dodici momenti singolari della vita. La Romagna ne è la cornice doviziosa ed affascinante, sulle parole del sanguigno dialetto, sulle note e sui ritmi che hanno colore e calore del tempo antico ma pur vivo ancora. Da gennaio a dicembre: nella morsa dell’inverno la vita delle altre tre stagioni. Fuori di ogni accademia, ospedale ed infermeria del gusto e della bravura, in atmosfera di entusiasmo e di originale calore. Nel regno dei cieli (e quindi nel regno della musica) molti sono i luoghi e gli incarichi e gli onori: c’è un posto – riccamente adornato – per la musica della nostra gente, che ha il sapore del fiume e del mare, della pianura e della collina e che vibra, in semplicità e chiarezza, in calore e forza, con il cuore di tutti. Per questa musica – come per tutta la musica, quella vera ed eterna – bisogna che il cuore sia aperto: non c’è peggior sordo di chi ascolta senza sentire.

CARLO BOLOGNA

CANTI DELLA ROMAGNA - Volume secondo

Indotto soprattutto dall’attenzione e dai vivi apprezzamenti con cui la gente della mia Terra ha accolto i canti dei “mesi” raccolti nel mio primo volume del 1973 ed incoraggiato dalla critica più attenta e qualificata che di detti canti ha voluto più volte e benevolmente occuparsi, mi sono deciso a dare alle stampe questo secondo volume composto di 22 canti con testi di A. Spallicci, R. Cortesi, L. Ercolani, N. Graziani e Giosuè Carducci. Ciò vuol essere un segno d’affetto ed un nuovo omaggio che io porgo ai miei Canterini di Romagna quale simbolo a perservare nella loro opera, intesa a far sopravvivere il nostro bel canto popolare nel solco tracciato da Spallicci, Martuzzi e Pratella.

GUIDO BIANCHI

CANTE E CANTERINI DI ROMAGNA

Sono chiamate “cante” dai Canterini Romagnoli tutti i loro canti corali, antichi e moderni. Le “cante antiche” hanno un’espressione melodica particolare, inconfondibile, che si distacca completamente da quelle delle altre regioni. Queste cante sono quasi tutte in un italiano scorretto ed imbastardito. Per il loro carattere e per lo stile, vanno divise in tre categorie:

  1. CANTE DELLA VECCHIA ROMAGNA
  2. CANTE POPOLARI ROMAGNOLE E ANTICHE LAUDE
  3. CANTE DELLA NUOVA ROMAGNA

Le cante, vecchie e nuove, sono state concepite per sole voci umane ed escludono, quindi, qualunque accompagnamento o rinforzo istrumentale. Le cante della vecchia Romagna sono a struttura semplice a tre o quattro voci e molte recano l’assolo all’inizio od a metà del loro svolgimento. Le “nuove cante”, tutte su testi poetici di vari Autori, sono in massima parte a carattere polifonico, svolte a sei o più voci, fino a nove. Nella maggior parte dei casi, uno o più solisti si alternano e dialogano col coro per tutto lo svolgimento della canta. Le cante in coro raccolte, superano le duecento, fra “antiche” e “nuove”; parecchie di esse, sono autentici capolavori di alto livello musicale.

BRUTO CARIOLI

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